I Giochi del mese: Agosto 2024

6 Set , 2024 - Blog,Speciali

I Giochi del mese: Agosto 2024

Un mese ricco, ricchissimo di giochi giocati e finiti in quel di agosto.
Ben ritrovati, cari Glitch! Come state? Spero tutto bene.

Purtroppo questo mese non sono riuscito a far uscire questo speciale in tempo, perché sono stato colpito da una terribile influenza che mi ha costretto a restare a letto con la febbre per tutto il tempo.
Ma bando alle ciance, ora sto meglio e posso prendermi il tempo per raccontarvi, a grandi linee, quali sono stati i giochi del mese di agosto.

Iniziamo subito, ma non prima di aver fatto un bel ripassino sui giochi del mese dei mesi passati:

  1. Gennaio Eternal Darkness
  2. Febbraio Metal Gear Solid 2
  3. Marzo Heavenly Sword
  4. Aprile The Talos Principle 2
  5. Maggio Ender Lilies Quietus of the Knights
  6. Giugno S.T.A.L.K.E.R. : Shadow of Chernobyl
  7. Luglio Tunic

Pronti!

System Shock Remake


Partiamo subito col dire che il gioco del mese è proprio lui, il primo di cui voglio parlarvi oggi.

Stiamo parlando di una pietra miliare del Cyberpunk videoludico.
Ci troviamo nello spazio profondo, più precisamente a bordo della stazione spaziale TriOptimum.
È il 2072 e siamo stati reclutati da un uomo ricco e potente per disabilitare il nodo “Etica” di Shodan, l’IA che gestisce ogni singolo processo della TriOptimum e che, ora dotata di pieni poteri, tiene tutti sotto scacco.

Siamo giudici e carnefici del cyberspazio, con le mani e gli innesti neurali macchiati dal sangue di quelle che un tempo erano persone che ricoprivano una posizione sociale a bordo di questa stazione sperduta tra le stelle.
Ho amato la struttura da “Dungeon Crawler” in chiave moderna che gli sviluppatori hanno saputo aggiornare con maestria, dotando il combat system di maggiore freschezza e rendendo la gestione dell’inventario decisamente più chiara e comprensibile per chi, come me, non è mai riuscito a finire l’originale del ’94.
Ogni piano in System Shock costituisce un ecosistema a sé, pieno di nemici controllati da Shodan, che, come pedine su una scacchiera fatta di 0 e 1, ha preso il controllo di ogni piano, facendo apparire dal nulla sentinelle, armando i sistemi di sicurezza e disabilitando le porte.
Se amate gli immersive sim e avete apprezzato titoli come Prey, Bioshock e Deus Ex, fatevi un favore e recuperate questo titolo, specialmente perché hanno realizzato un remake estremamente fedele all’originale.

Anche se avete già saputo in anticipo qual è il gioco del mese, passiamo al prossimo titolo.

Deadly Premonition


Concepito dalla mente di Hidetaka Suehiro, alias Swery, il gioco è arrivato da noi in Europa soltanto tre anni dopo il suo lancio ufficiale in Giappone.
Parliamo di un gioco del 2010, con uno sviluppo davvero travagliato e pieno di difetti di programmazione che, col passare degli anni, lo hanno reso praticamente ingiocabile su molti sistemi.
Fortunatamente, la versione per Xbox 360 (di cui è stata un’esclusiva temporanea per un bel po’) è quella dove il gioco gira meglio, ma se siete abbastanza fortunati, potete sperare che Deadly Premonition riesca a funzionare anche sul vostro PC.
Il fatto che io parli di questi aspetti ancor prima di affrontare la trama dovrebbe mettervi in guardia su quanto il gioco sia problematico sotto molti punti di vista.

Ciononostante, sono riuscito a iniziare e concludere un’avventura tanto bella da raccontare quanto memorabile da ricordare.
L’ispirazione a Twin Peaks è palese, così come l’intento dell’autore di ispirarsi volutamente al capolavoro lynchiano, cambiando però alcune variabili per rendere l’opera il più personale e originale possibile.

Ci troviamo nella tranquilla cittadina di Greenvale, dove l’agente dell’FBI York è stato inviato per risolvere un misterioso caso di omicidio.

Non voglio scendere nei particolari, ma dico solo che se avete visto Twin Peaks, potete immaginare cosa potrebbe succedere.
Il gameplay è un misto tra un gioco investigativo e uno shooter tra i più rozzi in circolazione. C’è anche una modalità “open”, in cui è possibile guidare veicoli (che vanno a una velocità imbarazzante), ma che consente comunque una libertà totale nell’esplorazione di Greenvale, piena di segreti e missioni secondarie.

So che il sequel peggiora ancora di più la formula del primo, ma dovrei giocarci per poter esprimere un giudizio definitivo.

Scott Pilgrim vs. The World: The Game


Finalmente posso parlarvi di questo titolo.
L’ho acquistato nel periodo in cui su Netflix spopolava l’omonima serie TV e mi sono sentito davvero bene impersonando Scott e i suoi amici, giocando insieme a un amico a questo beat ‘em up a scorrimento laterale in pixel art.
Lo stile è sicuramente il punto forte del gioco, con location, nemici e una colonna sonora perfettamente adatte a ogni livello.
Affrontare i sette malvagi ex di Ramona Flowers per riconquistare il suo cuore non è mai stato così divertente e frustrante.
Sì, anche alla difficoltà più bassa si fatica parecchio per completare tutti i livelli.
In particolare, i livelli dei gemelli e l’ascensore prima del boss finale mi hanno dato del filo da torcere, ma grazie ad alcuni oggetti che si possono trovare nel gioco (e di cui non si fa menzione esplicita), siamo riusciti a superare anche gli ostacoli più difficili.
Se vi aspettate un gioco tranquillo, vi consiglio caldamente di cercare un altro titolo del genere.
Questo gioco è per i giocatori arcade vecchio stampo, pronti a tutto pur di non arrivare a zero vite.

Jedi Fallen Order


Mi aspettavo molto da questo gioco, ma purtroppo non mi ha conquistato come avrei voluto.
Stiamo parlando di un titolo che si inserisce perfettamente nell’universo di Star Wars, diventando addirittura un capitolo canonico della storica saga cinematografica ideata da George Lucas nel 1977.
Tuttavia, dal punto di vista del gameplay, mi sono trovato più volte a (perdonate il francesismo) “triturare i maroni” per risolvere enigmi ambientali completamente fuori luogo e cercare di capire la mappa per proseguire.
Se a questa mappa aggiungiamo un’esplorazione che avrebbe potuto lasciare spazio a una struttura più lineare e priva di fronzoli inutili, il gioco sarebbe risultato decisamente più coeso e meno dispersivo.
Dal punto di vista grafico e sonoro siamo su livelli altissimi, ma per finirlo ho dovuto davvero impegnarmi, perché ero sul punto di abbandonarlo per il poco coinvolgimento nella trama.
Il protagonista mi sembra il primo degli ingenui, per non parlare della sua maestra Jedi, che aspetterà l’ultimo secondo per decidere da che parte stare.
L’unico personaggio che mi è stato simpatico dall’inizio alla fine è stato il robottino BD-1 e il pilota Greez.
Per il resto, ci sono tanti altri personaggi, troppo poco approfonditi se non tramite text log, e tutto ruota attorno a un espediente narrativo decisamente poco originale, molto più vicino a un film di Indiana Jones che a un videogioco su Guerre Stellari.
Tutti dicono che Jedi Survivor migliori di molto rispetto a Fallen Order, ma basandomi sull’esperienza con quest’ultimo, non so quanto mi senta pronto ad affrontare nuovamente il viaggio di Cal, BD-1 e compagni.
Penso proprio che passeranno anni prima che ci metta le mani sopra.

Blasphemous 2


Dopo la brutta esperienza con Jedi Fallen Order, avevo bisogno di qualcosa che mi risollevasse l’animo e lo spirito.
Così mi sono imbattuto per la seconda volta nel viaggio del penitente, e quello che ho trovato è stato piacevole solo a metà.
Da un lato, sono soddisfatto di come i ragazzi di The Game Kitchen abbiano concepito il nuovo gameplay, con la possibilità di cambiare ben tre armi a piacimento.
In generale, ho trovato la mobilità del penitente di gran lunga migliorata rispetto a quella del primo gioco.
Tuttavia, l’atmosfera e le sensazioni provate mi hanno dato troppo la sensazione di già visto, con pochissimo coinvolgimento per le aree di gioco che ricordano pezzi di mappa del primo titolo e con nemici un po’ riutilizzati e abusati, sparsi qua e là in aree molto meno interconnesse rispetto al primo capitolo.
La presenza dei teletrasporti è imbarazzante e si percepisce quella sensazione di sequel derivativo, che non vuole andare oltre ciò che è stato raggiunto con Blasphemous 1.
Le musiche, la pixel art e la direzione artistica sono ovviamente lodevoli, ma non raggiungono l’intensità del primo titolo.
Nonostante queste pecche, il gioco mi è piaciuto.
Mi ha saputo divertire e lasciare, al contempo, un senso di soddisfazione e amarezza una volta concluso.

Atomic Heart


E finalmente parliamo di un gioco che negli scorsi anni è stato aspramente criticato e accusato di fare propaganda Russa, quando in realtà il videogioco per definizione è un’opera di FINZIONE e come tale andrebbe presa.
Il Team Mundfish è stato veramente bravo nell’ideare e realizzare un immaginario tanto originale quanto fortemente ispirato e che potrebbe tranquillamente essere sfruttato per eventuali sequel.

In questo gioco, la Russia è divenuta una superpotenza mondiale e di conseguenza si è molto evoluta dal punto di vista tecnologico, realizzando macchine volanti, androidi e robot pronti a soddisfare ogni richiesta, in una società basata sugli ideali di un comunismo utopico. Tutto troppo bello per essere vero. E infatti, ben presto tutti i robot impazziranno e cominceranno ad uccidere senza controllo.
Il protagonista di questa storia, forse l’unico grande neo del gioco, dovrà portare la misteriosa tecnologia presente sul suo guanto tecnologicamente avanzato al capoccia della situazione per riuscire a ripristinare la situazione. Prima di raggiungerlo però dovrà affrontare tutta una serie di situazioni e peripezie, scontrandosi numerose volte con le minacce meccaniche di varia stazza e tipologie.
Personaggio preferito di questa storia sarà però nonna Zina, un’apparente babushka che se ne sta tutta serena nella sua casetta e che di punto in bianco aiuterà il protagonista uscendo dalle sue casse di legno un vero e proprio arsenale, da fucili a lanciarazzi.

Dal punto di vista ludico, devo ammettere che alcune sequenze oltre che risultare troppo semplici, possiedono diversi elementi che li rendono abbastanza banali e poco divertenti. Sintomo che stiamo comunque parlando dell’opera prima del Team, quindi ci sta che alcune aree siano meno riuscite rispetto ad altre.


Sicuramente le parti open le eliminerei totalmente, come anche il sistema di avvistamento ideale per un gioco stealth ma non è questo il caso.
Insomma, Atomic Heart è un corpo scolpito di un androide pieno di tanti nei, brufoli ed imperfezioni che sono sicuro nel corso degli anni possa migliorare e perfezionarsi sempre più.

Showel Knight

E siamo finalmente arrivati all’ultimo titolo dei giochi giocati questo mese.
Parliamo del cavaliere pala e di come le sue gesta siano leggendarie, al punto che il cavaliere cornuto in armatura blu appare in tantissimi titoli indie.
Stiamo parlando di un platform 2d tanto geniale quanto iconico.
Ogni battuta azzeccatissima, ogni livello particolareggiato, ogni boss fight epica e piena di personalità e colori.
C’è poco da dire, Showel Knight ve lo dovete proprio giocare ed assaporare con mano.

Per oggi è davvero tutto
Penso che da Settembre i titoli diminuiranno vertiginosamente, proprio perché sarò più impegnato con progetti di vita di varia natura.
Come al solito, staremo a vedere il futuro che cosa ci riserverà.

E voi?
Scrivete qua sotto nei commenti quali sono stati i vostri titoli preferiti.
Enjoy, Glitches!


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